The Sonnets of Michael Angelo Buonarroti

Sprednja platnica
Smith, Elder, 1904 - 102 strani
 

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Stran 16 - non circonscriva Col suo soverchio ; e solo a quello arriva La man che ubbidisce all' intelletto. Il mal ch' io fuggo, e '1 ben ch' io mi prometto, In te, donna leggiadra, altera e diva, Tal si nasconde ; e perch' io più non viva, Contraria ho 1' arte al disiato effetto. Amor dunque non ha, nè tua beltate, O
Stran 16 - tua beltate, O durezza, o fortuna, o gran disdegno, Del mio mal colpa, o mio destino, o sorte ; Se dentro del tuo cor morte e pietate Porti in un tempo, e che '1 mio basso ingegno Non sappia, ardendo, trame altro che morte. THE
Stran 1 - 1 pio, Ritornò vivo a contemplare Dio, Per dar di tutto il vero lume a noi : Lucente stella, che co' raggi suoi Fe chiaro, a torto, el nido ove naqqu' io ; Nè sare' '1 premio tutto '1 mondo rio : Tu sol, che la creasti, esser quel puoi. Di Dante dico, che mal conosciute Fur
Stran 4 - seek for fruit on trees too dry to breed. QUA si fa elmi di calici e spade, E '1 sangue di Cristo si vend' a giumelle, E croce e spine son lance e rotelle ; E pur da Cristo pazienzia cade ! Ma non e' arivi più 'n queste contrade,
Stran 1 - 1 premio tutto '1 mondo rio : Tu sol, che la creasti, esser quel puoi. Di Dante dico, che mal conosciute Fur 1' opre suo da quel popolo ingrato, Che solo a' iusti manca di salute. Fuss' io pur lui ! e' a tal fortuna nato, Per 1' aspro esilio suo, con la virtute, Dare' del mondo il più felice stato.
Stran 26 - vorre' manco un minimo sospiro, Nè men ardente foco chiederei. La beltà che tu vedi è ben da quella ; Ma crescie poi ch' a miglior loco sale, Se per gli occhi mortali all' alma corre. Quivi si fa divina, onesta e bella, Com' a sè simil vuol cosa immortale : Questa, e non quella, a gli occhi tuo
Stran 78 - O carne, o sangue, o legnio, o doglia strema, Giusto per vo' si facci el mie peccato, Di ch' i' pur naqqui, e tal fu '1 padre mio. Tu sol se' buon : la tuo pietà suprema Soccorra al mie preditto iniquo stato ; Sì presso a morte, e sì lontan da Dio.
Stran 27 - THE TRANSFIGURATION OF BEAUTY /-'• A DIALOGUE WITH LOVE NAY, prithee tell me, Love, when I behold My lady, do mine eyes her beauty see In truth, or dwells that loveliness in me Which multiplies her grace a thousandfold ? Thou needs must know ; for thou with her of old Comest to stir my
Stran 47 - infima parte alla più alta In sogno spesso porti ov' ire spero. O ombra del morir, per cui sì ferma Ogni miseria 1' alma al cor nemica, Ultimo delli afflitti e buon rimedio ; Tu rendi sana nostra earn' inferma, Rasciug' i pianti, e posi ogni fatica, E furi a chi ben vive ogn' ir

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